Secondo l’Unep e il World Economic Forum, entro il 2050 negli oceani potrebbe esserci più plastica che nei pesci e la maggior parte è e sarà costituita da pezzi microscopici. Una delle principali fonti di microplastiche sono i tessuti sintetici che, ogni volta che facciamo il bucato rilasciano minuscole fibre.
Il nuovo studio “Acoustic focusing of microplastics in microchannels: A promising continuous collection approach”, pubblicato su Sensors and Actuators B: Chemical da un team di ricercatori giapponese – Yoshitake Akiyama, Takatoshi Egawa, Kiyoshi Koyano e Hiroshi Moriwaki – illustra un modo semplice ed efficace per raccogliere microfibre e microsfere di plastica dall’acqua utilizzando le onde sonore. Una tecnica che potrebbe aiutare a catturare le microplastiche dagli scarichi delle lavatrici, prevenendo l’inquinamento da microfibre di fiumi e oceani.
Il nuovo sistema, progettato dai ricercatori del Dipartimento di ingegneria meccanica e robotica della Facoltà delle scienze tessili e tecnologia della Shinshu University, utilizza un dispositivo piezoelettrico che converte l’elettricità in vibrazioni meccaniche, applicando onde sonore vibranti a un sottile canale di acque reflue contenente microsfere di plastica e microfibre.
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